Attingere conoscenza dai guru della nuova comunicazione permette di orientarsi sempre con la massima professionalità. In questi giorni abbiamo studiato ed approfondito il pensiero di Philip Kotler, Giuliano Noci ed Enrico Madrigrano. Condividiamo con voi i loro pensieri su un tema che sta lasciando molte aziende nel caos …
Lo studioso di Chicago, definito dal Financial Time il quarto “guru del management” di tutti i tempi, se n’è uscito, nel 2010, all’alba dei suoi ottant’anni, con l’ennesima fortunata opera: MARKETING 3.0, in cui sostiene l’esigenza di tecniche di mercato che non guardino più soltanto ai bisogni della clientela, ma anche all’anima e alle emozioni delle persone. Le imprese devono abbandonare logiche orientate al prodotto, per abbracciarne di nuove, basate sull’ascolto della collettività. Il marketing 3.0 è figlio di Internet 3.0, la Rete di oggi dove tutti possono consultare ma anche inserire informazioni, senza più distinzioni tra navigatori e operatori professionali.
Il marketing 1.0 era mono-direzionale la marca comunicava alla domanda, recependone soltanto successivamente un riscontro, spiega Giuliano Noci, il marketing 2.0 è interattivo: impresa e cliente dialogano, seppur con una posizione di preminenza della prima sul secondo. Il marketing 3.0 sarà impostato sulla condivisione, inter pares, di contenuti generati dai consumatori su Internet. La promozione tradizionale sarà sostituita dalla nuova “customer journey”: esperienza del consumatore che si svilupperà su una piattaforma multi-canale e touch-point, fatta di web, mobile, tablet, social network, digitale e audiovisivi. La sfida è imparare a sfruttare differenti canali di pubblicità e distribuzione per far conoscere i propri prodotti.
Nel marketing 3.0 esiste una sola regola: la reputazione, taglia corto Enrico Madrigrano, tra i consulenti di web marketing più noti in Europa. Nel marketing 2.0 la gente comunica attraverso i social media per scopi secondari rispetto alla vendita. Un po’ come al bar, dove si discute di tutto e di niente. Nel 3.0 l’utente cerca, raccoglie e analizza i feedback online in maniera pro-attiva prima di qualunque acquisto.
Le piccole e medie imprese devono, almeno inizialmente, puntare su parole chiave di “long tail”, ovvero meno competitive e con volumi inferiori di traffico. Nel lungo periodo potranno ottenere risultati eccellenti e battere la concorrenza, ma soltanto a patto di una sinergia molto forte tra marketing, comunicazione, copywriting, social e Seo. In poche parole, oggi non basta più un sito ottimizzato con buoni contenuti, ma servono strategie mirate a 360 gradi.
Fin qui la teoria! Ben diversa è la pratica, con tanti imprenditori italiani bravi a produrre, ma meno a fare marketing e men che meno a sentir parlare di metodologie 3.0 sostiene Giuliano Noci. L’Italia ha dimenticato il marketing e l’ha trasformato in call-center, con una tempesta di offerte telefoniche a qualsiasi ora, ha recentemente dichiarato Philip Kotler in visita nel nostro Paese. I canali tradizionali vanno mantenuti, perché il futuro sarà un ibrido, in cui l’alternativa è tra innovare e scomparire.
Articolo tratto da Espansione, l’essenza delle cose – n°5, maggio 2013